Conto alla rovescia: – 38

Conto alla rovescia: – 38

Niente come cercare di organizzare una campagna elettorale ti mette di fronte alla lontananza tra la Politica (anzi, la politica) e i cittadini. Con i secondi che nutrono verso la prima una serie di sentimenti che oscillano tra l’indifferenza e l’astio.

Problema banale. Per il candidato che seguo ci serve una sede, possibilmente in posizione comoda e visibile, con un minimo di spazio vetrina e la possibilità di attivare un paio di postazioni di lavoro. Naturalmente a pagamento, naturalmente assumendoci la responsabilità di eventuali danni provocati da terzi, naturalmente restituendo il bene in perfette condizioni dopo al massimo 4 settimane.

Però appena dico “è per un candidato alle elezioni politiche” non mi chiedono neppure chi sia, ma è tutto un “per carità!”, ”non voglio politici”, “no, non mi interessa” fino al – solenne – “nancje pal cul!”

Non è più disinteresse per la politica o qualunquismo, ma qualcosa che va oltre. Siamo all’ostilità sorda, al fastidio quasi antropologico. Ed è questo humus malsano il fertilizzante di ogni esperienza autoritaria, che porta con sé – normalmente – due altre piaghe: la voglia di fare “piazza pulita” e quella di credere a chi propone soluzioni semplici e indolori.

Le elezioni dovrebbero essere non solo un momento di riflessione e confronto collettivi sul presente e sul futuro, ma anche una festa, perché la libertà e la democrazia non sono beni scontati. Ma non è così, il cittadino medio osserva alla campagna elettorale con malmostosa indifferenza, come qualcosa che non ha nullla a che fare con la sua vita di ogni giorno. Come qualcosa che se non c’è è pure meglio…

Autore: Marco Cucchini (C)

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