Le ultime proiezioni ufficiali sulle elezioni europee

Le ultime proiezioni ufficiali sulle elezioni europee

Sono uscite le nuove proiezioni ufficiali sulle elezioni europee che si terranno dal 23 al 26 maggio, commissionate dal Parlamento europeo: sono le ultime che verranno diffuse prima delle elezioni, ma anche le prime che tengono conto della probabile partecipazione del Regno Unito al voto, data la situazione con Brexit.

Rispetto alle ultime proiezioni, diffuse poco meno di un mese fa, non ci sono grosse variazioni: l’S&D, il principale gruppo di centrosinistra, guadagna 7 seggi rispetto alla scorsa rilevazione a causa del conteggio del Partito Laburista britannico, ma nel frattempo ne ha perso qualcun altro. Il gruppo del Movimento 5 Stelle guadagna invece una decina di seggi rispetto alla scorsa rilevazione per l’aumento di consensi del Brexit Party di Nigel Farage, discendente dello UKIP con cui il M5S siede attualmente nel gruppo EFDD.

Le tendenze degli ultimi mesi sono ancora una volta confermate: S&D e Partito Popolare, il principale gruppo europeo di centrodestra, perdono diversi consensi rispetto all’attuale legislatura; il gruppo liberale ALDE ne guadagna una decina e grazie all’ingresso del partito En Marche del presidente francese Emmanuel Macron – non calcolato perché non ancora ufficiale – arriverà vicino alla soglia dei 100 seggi. I gruppi euroscettici guadagnano qualche punto e dovrebbero controllare più o meno il 25 per cento dei seggi dell’intero Parlamento.

A proposito dei gruppi euroscettici, secondo l’ultima rilevazione l’ENF di Matteo Salvini e Marine Le Pen potrebbe giocarsi il primato di gruppo euroscettico più numeroso con l’ECR, controllato soprattutto dai polacchi di Diritto e Giustizia: la proiezione del Parlamento Europeo lo dà attualmente a 62 seggi, soli 5 in meno dell’ECR (che in questa legislatura controlla invece più del doppio dei seggi dell’ENF).

Secondo questa proiezione l’attuale coalizione tra socialisti, PPE e ALDE – con En Marche compresa – avrebbe una maggioranza al Parlamento europeo del 56 per cento, e continuerebbe ad essere la più semplice da formare nelle settimane successive alle elezioni.

Fonte: Il Post

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