Il Senato di Rubik. Una exit strategy

Il Senato di Rubik. Una exit strategy

28/02/2012 – Il rebus del Senato sembra irrisolvibile. Sembra, ma è così? Rimettiamo i pezzi in fila…

  1. Il nostro sistema istituzionale si regge sul “bicameralismo perfetto”, il che significa – tra l’altro – che un governo per essere nella pienezza delle proprie funzioni deve ottenere la fiducia alla Camera e al Senato. Una sola non basta.
  2. Il Centrosinistra ha una saldissima maggioranza alla Camera e una ristretta maggioranza relativa al Senato.
  3. Al Senato nessuno ha una maggioranza sufficiente: CSX 123 seggi; CDX 117 seggi; M5S 54 seggi; Monti 19 seggi; Altri 2 seggi.
  4. Il PD non vuole fare il governo con il PDL e cerca l’appoggio di M5S.
  5. Il PDL vuole il governissimo, ma il PD dice no.
  6. Il M5S non vuole votare la fiducia al Governo, ma si dice disponibile a dialogare “caso per caso”, modello Sicilia
  7. Se nessuno cede, non c’è un governo nella pienezza dei poteri e quindi si deve andare a nuove elezioni.

Messa così sembrerebbe irrisolvibile, dato che nessuno degli attori principali sostiene una tesi accolta (in toto o in parte) da almeno uno degli altri. A vuole C, che non lo vuole. B vuole A che non lo vuole. C vuole che A e B stiano assieme, ma A non lo vuole. E quindi?

cubodirubik1

Quindi, se io fossi Pigi Bersani, farei così: coinvolgerei il M5S nella gestione del Parlamento (attribuendo ad esempio un po’ di presidenze di commissioni, che sono più importanti di quanto non si creda). Quindi darei vita a un governo con pochi ministri, pochissimi (12-15, un terzo scelto fuori dalle Camere, tra persone di stimata competenza), con un programma molto snello e lasciando alla libera autonomia del Parlamento la legislazione day by day, accontentandomi di tenere sotto controllo i conti, rilanciare lo sviluppo, sostenere i redditi e mettere in cantiere una riforma minimal delle istituzioni, nonché la legge elettorale. 2-3 anni di lavoro, poi a metà legislatura si vede. Questo governo si dovrebbe presentare alla Camera, ottiene la fiducia ed è “a metà del guado”.

Quindi arriva al Senato. E ora? Lasciando da parte i senatori a vita e immaginando non sia difficile un accordo con l’area Monti e con i due indipendenti, i rapporti saranno così: 144 area governo, 117 area PDL, 54 area Grillo. E su questa base ricordiamo ancora cosa vuole M5S: “vogliamo il modello Sicilia. Cioè un presidente in carica che venga da noi a chiederci supporto sul suo programma e noi collaboriamo con lui”.

Cioè, vogliono un governo nella pienezza delle funzioni, ma non vogliono dargli la fiducia. Ma senza di loro, il governo la fiducia non la ottiene…

L’ipotesi A è che al momento del voto, M5S esca dall’aula, così finisce 144 per il governo, 117 per l’opposizione e fiducia ottenuta. Ok, però che fare, se anche il PDL (che in queste cose è assai scaltro) esce dall’aula? manca il numero legale e siamo da capo… Ipotesi B, M5S rimane in aula e si astiene. Non funziona, dato che al Senato i voti non dati valgono come voti contrari. E quindi?

Quindi la soluzione che consenta contemporaneamente al governo di nascere e ai M5S di rimanere formalmente all’opposizione e dare vita al modello Sicilia c’è: Considerato che la differenza tra CSX e CDX è di 27 seggi e che per evitare che manchi il numero legale in aula, oltre che ai parlamentari della maggioranza devono essere presenti almeno 16 dell’opposizione, il M5S rimanga in aula con 20 senatori e voti contro la fiducia al governo. A questo punto, la somma dei SI sarà comunque superiore a quella dei NO (144-137), il governo entra in carica ma M5S è formalmente un partito che non ha votato la fiducia al governo, ma libero di valutare “volta per volta”, proprio come volevano loro…

Insomma – ed il messaggio al Movimento 5 Stelle è questo – se vogliono il “modello Sicilia” devono aiutare a costruirlo. Altrimenti ci sarà solo il “modello Weimar”. Semplice vero? Poi dovranno pure governare se ci riusciranno, ma insomma, mica posso risolvere io tutti i problemi.

Autore: Marco Cucchini

0 Replies to “Il Senato di Rubik. Una exit strategy”

  1. Praticamente dicevo più o meno la stessa cosa qui su FB

    Claudio Cosmaro se mai ci fosse un accordo pd m5s, difficilmente su Bersani, possono trovare un trucco tecnico. metà circa di grillo escono e non votano così abbassano il quorum.
    gli altri se non vogliono votare la fiducia si astengono.
    che equivale a voto contrario
    pd e monti hanno la maggioranza relativa
    ma almeno si crea un governo per alcune leggi urgenti
    Ieri alle 16.11 tramite cellulare · Mi piace

    Claudio Cosmaro almeno 20 devono stare dentro per garantire il numero legale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *