Prove di posizionamento politico per l’UDC

Prove di posizionamento politico per l’UDC

Prove di posizionamento politico per l'UDC

09/04/2013 –

Mentre il dibattito politico si concentra sulla formazione del nuovo governo, Casini e i suoi stanno lavorando alla rinascita del partito. Continuare a puntare sul marketing politico segnerà la svolta?

Le dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini nella recente intervista al Corriere della Seraoffrono lo spunto per una riflessione sul posizionamento del partito di Casini. Il leader dell’UDC ha cercato in tutti i modi di smarcarsi da una risposta chiara e netta su chi sarà il suo prossimo alleato tra Bersani e Berlusconi. Che Casini e i suoi stiano cercando di riposizionarsi al meglio dopo la botta elettorale?

Intanto, per dirla con le parole della studiosa Jennifer Lees-Marshment a proposito di posizionamento, il partito della Vela è vicino al modello MOP (Market Oriented Party). Il MOP pone ai partiti di fare ciò che necessitano e vogliono gli elettori tramite l’uso di attività di market intelligence e di comunicazione.

L’UDC si avvicina anche al modello SOP (Sales Oriented Party) per certi aspetti: si dimostra riluttante a modificare il proprio prodotto (leggasi mai con la sinistra estrema e l’alleanza moderata con Monti al posto di Bersani e Vendola è un chiaro esempio). Allo stesso tempo usa il marketing per persuadere gli elettori che potrebbero avvicinarsi al suo partito.

Il MOP è più facilmente adottato da partiti nuovi o che, in seguito a diverse sconfitte, decidono di cambiare radicalmente per presentarsi in modo nuovo e credibile all’elettorato. Proprio la credibilità è un elemento di debolezza che può minare il cammino del partito di Casini. L’aver cambiato negli ultimi anni la propria posizione politica nei confronti di Berlusconi e aver fatto una “politica dei due forni” in occasione delle diverse competizioni elettorali ne ha sicuramente indebolito il consenso. E gli ultimi risultati delle elezioni politiche lo hanno confermato.

In termini di coalizione, a poco è servito l’intervento del consulente politico americano David Axelrod per la campagna elettorale del leader di coalizione Mario Monti durante le recentielezioni politiche. A poco è servita l’applicazione dello “shopping model” di Fritz Plasser da parte di Scelta civica (l’importazione di tecniche e metodi pratici di campagna elettorale “all’americana” adatte a un uso “senza effetti collaterali” nei contesti europei).

Anche se è vero che l'”adoption model” (l’altro modello di campagna elettorale proposto da Fritz Plasser che prevede l’applicazione da parte dei campaign manager dei principi strategici degli attivisti americani) si sta affermando nelle democrazie media-centriche, ci sono diverse variabili che frenano un’americanizzazione delle campagne elettorali in Italia. Legge elettorale, rapporto tra media e politica, finanziamento ai partiti, dimensioni geografiche sono solo alcuni motivi.

Così, mentre siamo in attesa di un nuovo governo, mentre assistiamo ai punzecchiamenti tra PD, PdL e Movimento 5 Stelle, Casini prova a ricomporre le fila del proprio partito in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Fonte: panepolitica.it | Autore: Mario Grasso

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