Voto, La Russa rischia l’elezione

Voto, La Russa rischia l’elezione

15/01/2012 – Fratelli d’Italia potrebbe non arrivare al 2%. Ed essere escluso dalla Camera. Il testa a testa con Storace.

Ignazio La Russa. 

Le elezioni del 24 e 25 febbraio rischiano di essere una ghigliottina per Fratelli d’Italia. Il nuovo partito staccatosi dal Pdl e guidato da Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto potrebbe infatti non superare il test del Porcellum e restare fuori dal parlamento, senza eleggere nemmeno un deputato o senatore.
Il pericolo nasce da una combinazione di due fattori: da un lato i meccanismi di sbarramento previsti dalla legge Calderoli; dall’altro, ironia della sorte, la competizione de La Destra di Francesco Storace, ex compagno di partito di La Russa e Meloni, che abbandonò An nel 2006 in polemica con l’allora segretario Gianfranco Fini.

La Russa & Co e Storace a caccia del salvagente

Francesco Storace.

I sondaggi danno Fratelli d’Italia e La Destra su percentuali nazionali grosso modo simili, tra l’1 e il 2%. Ed essendo entrambi alleati nella coalizione guidata da Silvio Berlusconi non devono preoccuparsi dello sbarramento previsto al 4% per la Camera.
LA RIPARTIZIONE DEI SEGGI. Pericolo scampato? Neanche per sogno. Il vero ostacolo è la soglia di ripartizione per i seggi, cioè la percentuale minima che ciascuna lista deve ottenere per avere diritto a una quota di rappresentanti a Montecitorio.
Si tratta di una sorta di secondo sbarramento, calcolato dopo l’eventuale assegnazione del premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma pur sempre un muro da superare per poter avere degli eletti alla Camera. La legge elettorale fissa questa soglia al 2%, con una eccezione: il primo partito al di sotto dello sbarramento, il cosiddetto «miglior perdente», viene comunque ammesso.
IL TESTA A TESTA CON LA DESTRA. Se, come sembrano confermare i sondaggi, La Destra dovesse prendere meno del 2% ma più di Fratelli d’Italia, risulterebbe il «miglior perdente» della coalizione e sarebbe l’unico piccolo partito ammesso, con buona pace del progetto di La Russa, Crosetto e Meloni.
Per Fratelli d’Italia, insomma, al netto di un recupero che lo metta al sicuro sopra la fatidica soglia, le possibilità sono due: prendere meno del 2%, ma più de La Destra (e degli altri piccoli partiti, come Grande Sud, che però sono dati generalmente attorno allo zero virgola), oppure nel peggiore dei casi augurarsi che il movimento di Storace “sfondi” e prenda più del 2% (nel 2008 prese il 2,4), lasciando così libero il salvagente.

Il meccanismo «salva-Fini già salva-Moroni

Gianfranco Fini.

Questo meccanismo di salvataggio fu definito in origine emendamento «salva-Moroni», perché doveva garantire all’allora deputata del Nuovo Psi (oggi Fli) il ripescaggio alle elezioni del 2006 nonostante le basse percentuali del suo partito. Più recentemente è stato ribattezzato «salva-Fini» perché permetterà a Futuro e libertà di accedere alla Camera con poco più dell’1% di voti in quanto «miglior perdente» nella coalizione di Mario Monti.
IL TESTA A TESTA. Va detto che le rilevazioni dei sondaggi non sono, ovviamente, definitive. In ogni caso sarà una partita sul filo di lana, giocata e vinta grazie a una manciata di voti contesi tra un partito di destra e l’altro.
Senza contare che al Senato le cose si complicano: lo sbarramento è al 3% (sul risultato regionale anziché nazionale) e non è previsto alcun meccanismo di salvataggio, rendendo ancora più ardua l’impresa di spuntare dei seggi.

Fonte: lettera43.it | Autore: Jonathan Russo | Immagini: imagoeconomica

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