In Lombardia decide Ingroia

In Lombardia decide Ingroia

16/01/2012 – Decisivo per la sconfitta di Silvio Berlusconi nella corsa al premio di maggioranza al Senato in Lombardia potrebbe essere l’ex magistrato di Palermo, Antonio Ingroia, oggi leader di Rivoluzione civile, cui ieri il Cavaliere (negli studi di La7) ha mostrato i polsi incrociati per evocare le manette. Ne è convinto Pier Luigi Bersani che ieri, dopo alcune indiscrezioni sulla proposta Pd di una desistenza al Senato (Ingroia non dovrebbe presentare candidati alternativi al centro-sinistra), ha rivolto un appello pubblico. «Chi non sostiene il Pd, soprattutto al Senato e in alcune regioni, fa un favore a Berlusconi», ha detto Bersani consapevole di una sostanziale parità nei consensi tra centro-destra e centro-sinistra, mentre Ingroia con la sua coalizione volerebbe ormai sulla soglia del 6%. «Non facciamo nessun patto con posizioni politiche che vanno in diverse direzioni dalla nostra», ha sottolineato il segretario Pd.

Ma la sfida in Lombardia è a destra, a Berlusconi e alla Lega «questo è l’oggetto della campagna elettorale. C’è bisogno di una riflessione e ciascuno deve prendersi le sue responsabilità. Qualcun altro può dire che da solo batte Berlusconi? Solo noi».

Rivoluzione civile serve al Pd

I termini del possibile accordo ideale li ha precisati più tardi Dario Franceschini: «Non ci sarà nessuna desistenza ufficiale. Però chi toglie voti al campo dei progressisti rischia, anche involontariamente, di far vincere la destra. A questo punto è la lista di Ingroia che deve scegliere se fare un atto di responsabilità nei confronti del Paese. Desistenza significa patti, scambi, non c’è niente di tutto questo», Una richiesta che potrebbe riaprire il gioco delle alleanze. Sì, perché, Ingroia è contento di essere necessario a Bersani per battere Berlusconi in Lombardia: «Parliamone», è il messaggio dell’ex magistrato aggiungendo: «Si potrebbe anche rovesciare il ragionamento: chi non si accorda con noi al Senato aiuta Berlusconi». Ingroia sarebbe disponibile a partecipare ad un governo di centrosinistra purché senza Mario Monti.

La Consulta boccia l’ex pm

Ingroia è lo stesso magistrato che ha dato fortissimi grattacapi anche al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, in qualità di responsabile dell’inchiesta della procura di palermo sui rapporti Stato-mafia e titolare di alcune intercettazioni al capo dello Stato. Sulla vicenda ieri la Consulta lo ha duramente bacchettato sancendo «la riservatezza assoluta delle proprie comunicazioni». Ma l’ex pm, entrato in politica, continua a giocare pesante: «La sentenza della Consulta sul conflitto tra il capo dello Stato e i pm di Palermo apre ad un ampliamento delle prerogative del capo dello Stato, mettendo così a rischio l’equilibrio dei poteri dello Stato», ha attaccato.

Bocciati i simboli civetta

Il Viminale ha bocciato tutti i simboli civetta facendo salvi il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Scelta civica’di Monti, Rivoluzione civile di Ingroia, Grande sud di Pippo Fallica. Ricusati anche due simboli della coalizione di Berlusconi: Lega Nord e Liberi da Equitalia. Entrambi hanno gia’ annunciato che provvederanno a correggere il proprio logo nelle prossime ore. Per il Carroccio il problema scaturisce dalla decisione di scrivere il nome TreMonti con la M maiuscola. Roberto Calderoli afferma comunque che «il problema è già risolto».

Berlusconi, tre smentite in poco più di 24 ore

Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri gli ha fatto sapere che può tenere comizi se vuole essedno in grado di garantire la sua sicurezza personale. Il tribunale di Milano gli ha comunicato che che i giudici che non hanno dato lo stop al processo Ruby per la campagna elettorale non lo hanno fatto per motivi politici. Il portavoce della Bce ha bloccato la sua idea di candidare Mario Draghi al Quirinale: «Il mandato del presidente Draghi dura fino all’ottobre 2019 e lo assolverà fino al termine». Tre smentite di peso in poco più di un giorno non sono molte vista la foga che Berlusconi sta mettendo in questo avvio di campagna elettorale: «Il centrino di Monti non vale più del 10%, quindi è fuori gioco».

Continua qui | Fonte: italiaoggi.it | Autore: Franco Adriano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *