A parti invertite

A parti invertite

In un post del novembre 2007, scritto mentre il governo Prodi si stava sbricciolando, facevo presente che una via d’uscita costituzionale a quella crisi c’era: prendere atto che la maggioranza di governo si era dissolta in una delle due Camere (allora al Senato) e sciogliere il ramo del Parlamento ingovernabile. Insomma, allora proponevo di sciogliere il solo Senato, lasciando in carica la Camera.

Leggo oggi da qualche parte (non chiedetemi dove…) che Berlusconi – preoccupato dai sondaggi ballerini – starebbe ipotizzando lo scioglimento della sola Camera dei Deputati, dato che a Montecitorio non gli piace il presidente e i numeri non sono più dalla sua, mentre al Senato – dove non ci sono problemi – sarebbe orientato a lasciare le cose come stanno. Insomma, come Prodi, ma a parti invertite.

Confesso che l’idea di andare al voto solo per la Camera e non anche per il Senato mi brucia, ma il mio è un bruciore fazioso. Perchè devo ammettere, a denti stretti, che se Berlusconi avanzasse la richiesta delle “mezze elezioni” beh, sarebbe perfettamente in linea con il testo e lo spirito della Costituzione. Forse per la prima volta nella sua carriera politica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *