Exit Strategy

Exit Strategy

Di poche cose sono sicuro, assolutamente sicuro. Una è che – in un giorno forse remoto, forse vicino – la Vecchia Signora con la falce si ricorderà di me. L’altra è che Silvio Berlusconi la farà franca e non finirà mai non dico in galera, ma neppure politicamente rovinato e schiacciato dal peso dei suoi crimini passati.

Berlusconi ha tanti, tantissimi difetti ma un pregio innegabile: è un lottatore mai domo… tenace, ingegnoso, spietato, scaltro, senza scrupoli, furbissimo. Insomma, non è pesce che si fa infiocinare dal primo che passa e anche stavolta otterrà quello che vuole (cioè una nuova leggina a suo favore) a costo di fracassare tutto lo Stato.

E allora bisogna prenderne atto. Ha la volontà, la capacità, la tenacia e i mezzi per centrare il suo lercio risultato e mettersi di traverso non servirà a nulla stavolta, come a nulla è servito in passato. E dunque, bisogna ragionare in modo diverso.

I miei presupposti sono due:

1. Silvio Berlusconi è un uomo screditato irrimediabilmente a livello internazionale e vissuto come problema da una parte rilevante del polo conservatore e moderato italiano. Oltre a questo, l’aspetto anagrafico e quello relativo al suo bizzarro stile di vita generano un’atmosfera da fine regno e trascinare troppo a lungo l’agonia nuoce a tutti.

2. Silvio Berlusconi non lascerà mai il potere fino a quando non sarà tranquillo che la propria personale situazione giudiziaria non sia sistemata in via definitiva e irrevocabile.

E allora, quello che serve ora è una exit strategy, che metta fine a questa agonia senza troppi strascichi e troppi danni per il sistema nel suo complesso, tenendo presenti i vincoli di cui sopra.

E allora – con una pinzetta nel naso e lo stomaco in preda ai subbugli – se fossi Pigi Bersani andrei a palazzo Grazioli a trovare Silvio e gli farei questo discorso:

“Guarda, siamo disposti ad approvare una leggina a superpersonam. Una cosa del tipo: i maschi di età compresa tra 72 e 74 anni, proprietari di almeno due ville barocche in Lombardia, alti non più di 1.66 e con almeno due matrimoni falliti alle spalle che siano stati accusati di reati finanziari, tributari, patrimoniali o ad essi connessi sono amnistiati. Siamo disposti anche ad approvare una procedura superaccelerata, di modo che oggi è giovedì e per la fine del prossimo weekend sei di nuovo libero e tranquillo, mondo da ogni peccato…”

“…Però – aggiungerei – questa leggina deve essere accompagnata da una contestuale approvazione di una riforma elettorale che ti toglie definitivamente dai coglioni, una riforma che scriviamo noi nel nostro esclusivo interesse e che non potrà essere emendata o modificata se non a maggioranza qualificata. Una legge che preveda chiaramente dei vincoli di eleggibilità nei confronti dei beneficiari della leggina di cui sopra. Al termine di tutto questo, si sciolgano le Camere e si voti, di modo che, chiunque la vinca, sappiamo che finalmente la tua stagione politica è finita per sempre”.

Non è una bella soluzione. Non è la soluzione che io preferirei. Ma è una soluzione…Fossi in Bersani ci penserei…

0 Replies to “Exit Strategy”

  1. Prendiamo l’anima migliore dell’attuale minoranza cioè Fini, ci sommiamo persone capaci come Tabacci, Casini, Letta (quello bravo e giovane) Cacciari, Dallan etc etc. Un coacervo politico variegato ma di spessore con obiettivi chiari e precisi. Troppo diversi? Troppo distanti? Impossibile? Forse. Ma solo grandi ambizioni portano a buoni risultati.

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