Ciudadanos, i Podemos liberali che vogliono rivoluzionare la Spagna dal centro

Ciudadanos, i Podemos liberali che vogliono rivoluzionare la Spagna dal centro

Ciudadanos, i Cittadini, è il nuovo partito esploso a pochi mesi dalle elezioni nazionali spagnole. Dopo il boom demoscopico e mediatico di Podemos, Ciudadanos appare l’alternativa liberale e moderata capace di intercettare l’enorme insoddisfazione degli spagnoli verso il bipartitismo che ha caratterizzato la democrazia postfranchista. Alle elezioni dell’AndalusiaCiudadanos è riuscito a entrare per la prima volta in un parlamento di una Comunità Autonoma diversa dalla Catologna dove è iniziata la loro attività, in una consultazione caratterizzata dal successo di Podemos e dal calo di PP del premier Mariano Rajoy .

Ciudadanos

CIUDADANOS, CHI SONO –

Da diverse settimane Ciudadanos – Partido de la Ciudadanía (C’s) si è imposto come la grande novità della politica spagnola. Se il 2014 si era chiuso con l’esplosione di Podemos, la formazione di sinistra radicale che dopo aver ottenuto un ottimo risultato alle elezioni europee si è affermata come temibile rivale per PP e PSOE, i due partiti di riferimento della democrazia spagnola postfranchista, il nuovo anno è stato caratterizzato dall’ascesa di Ciudadanos. Il 2015 è il superanno elettorale della Spagna, con diverse competizioni amministrative molto importanti che introdurranno le nazionali previste per il mese di dicembre. A differenza di Podemos, movimento fondato a inizio 2014 da un gruppo di ricercatori universitari guidati dal carismatico Pablo Iglesias, Ciudadanos non è un partito appena nato, anche se solo negli ultimi mesi ha raggiunto una significativa visibilità mediatica. La formazione spagnola è stata fondata nel 2006, da un gruppo di intellettuali e professionisti contrapposti al nazionalismo catalano, che si erano riuniti l’anno precedente in un’associazione chiamata Ciutadans de la Catalunya. Benché inizialmente attivi solo in Catalogna, Ciudananos sin dal nome appositamente scelto in castigliano si è voluto differenziare dall’indipendentismo caratterizzante molte formazioni della Comunità Autonoma più ricca della Spagna, a partire da Convergència i Unión, il partito moderato che storicamente ne esprime il presidente. Dal 2006 fino all’ anno scorso Ciudadanos ha rappresentato un’alternativa moderata e nazionalista al sentimento autonomista della Catalogna, e ha iniziato a essere un fenomeno mediatico grazie alla sua contrapposizione al referendum per l’indipendenza dalla Spagna voluto dal presidente della Comunità Autonoma Arturo Mas. Il giovane presidente di Ciudadanos, Albert Rivera, è diventata lo scorso autunno uno dei volti catalani più visibili schierati contro la secessione, una passerella mediatica poi sfruttata per imporsi come leader di livello nazionale.

Ciudadanos

CIUDADANOS, RINNOVAMENTO AL CENTRO –

La crescita di Ciudadanosè stata molto graduale, a differenza di Podemos, il partito a cui viene paragonata la formazione guidata da Albert Rivera in questi ultimi mesi di scossoni al sistema politico spagnolo. Il leader di C’s è stato eletto nel Parlamento catalano sin dal 2006, quando aveva solo 27 anni ed era stato candidato come presidente della Comunità Autonoma. Prima delle regionali in Andalusia il più importante successo di Ciudadanos era stato colto nel 2012, quando C’s è riuscito ad avvicinarsi al 10% alle amministrative della Catalogna stravinte da Arturo Mas, con Albert Rivera candidato presidente per la terza volta di fila. Sulla scia di questo buon risultato elettorale Ciudadanos ha colto un altro successo alle europee del 2014, quando il partito della cittadinanza è riuscito a conseguire due seggi al Parlamento UE grazie al 3,2 ottenuto a livello nazionale. Alle europee Ciudadanos aveva ottenuto il suo miglior risultato in Catalogna, con il 6,3%, ma aveva mostrato di poter esser competitivo anche in altre Comunità Autonome, sfiorando il 5% a Madrid. Al Parlamento europeo i due deputati di C’s hanno aderito al gruppo dell’Alleanza dei democratici e dei liberali europei, ALDE, confermando l’orientamento centrista che ha sempre caratterizzato la loro proposta politica. Ciudadanos non è iscritta a nessun partito europeo, e si dichiara di centrosinistra, per quanto liberale e moderato. Negli anni scorsi si era ipotizzata una collaborazione tra C’s e Unión, Progreso y Democracia. UPyD è una formazione che ha aderito al gruppo dell’ALDE al Parlamento europeo, fondata nel 2007 da diversi deputati socialisti favorevoli a una linea politica economica più liberale rispetto a quella del governo Zapatero, e sostenitori di un centralismo che mitigasse l’eccessivo nazionalismo delle Comunità Autonome. Tra i due partiti centristi non c’è però mai stata una vera collaborazione, tranne la desistenza alle regionali del 2012 per non dividere il voto nazionalista minoritario in Catalogna. Il centralismo, il nazionalismo spagnolo e una politica economica liberale sono tratti caratteristici diCiudadanos che spiegano la grande attenzione che suscita questo partito tra gli elettori moderati delusi dal PP di Mariano Rajoy.

Podemos , i rivali di Ciudadanos

 

L’IDEOLOGIA DI CIUDADANOS – I due filoni politico culturali che ispiranoCiudadanos sono il liberalismo progressista e il socialismo democratico, due ideologie che il partito di Albert Rivera intende far convivere assieme, e rielaborare con nuove proposte adatte alla realtà odierna. L’adesione ideale alla socialdemocrazia è solo in apparente contraddizione con l’orientamento liberale di C’s, visto che il partito di Albert Rivera persegue una linea moderata fedele alla Costituzione spagnola, che dà grande enfasi ai diritti sociali dei cittadini. Con il richiamo al socialismo democratico Ciudadanos rivendica la sua distanza dal conservatorismo del PP, mentre l’enfasi sul liberalismo progressista sottolinea una presa di distanza rispetto alle posizioni stataliste del PSOE. Per C’s il rinnovamento della politica passa dall’adozione di due semplici regole. La prima è che il soggetto della politica sia il cittadino, mentre la seconda impone ai poteri pubblici il perseguimento della libertà e dell’uguaglianza di tutta la popolazione.

Le quattro linee principali per l’azione di Ciudadanos sono la difesa dei diritti individuali, economici e civili, la difesa dello Stato sociale, la tutela del modello autonomistico dello Stato spagnolo, il suo ancoraggio all’Unione Europea, e il rinnovamento della politica. A differenza di Podemos, che esprime una critica radicale alla democrazia postfranchista entrata in crisi con la recessione del 2008, Ciudadanos ne difende i presupposti – la Costituzione del 1978, così come l’europeismo spinto che ha sempre caratterizzato tutti i governi spagnoli – ma ne chiede al contempo un profondo rinnovamento, nelle idee, nei comportamenti così come nel ricambio generazionale. La trasparenza e la lotta alla corruzione sono capisaldi dell’attività politica di C’s, che hanno spinto l’ascesa demoscopica e mediatica del partito visti i continui scandali di tangenti e clientelismi che riguardano PP e PSOE. Ciudadanos nel 2011 propose un decalogo anti corruzione a tutti i partiti spagnoli inclusivo di misure quali l’introduzione della responsabilità patrimoniale delle formazioni politiche e modifiche al Codice Penale iberico. L’attività di Ciudadanos è stata caratterizzata da alcuni scandali, per quanto contenuti, che però non hanno indebolito il messaggio di rinnovamento generazionale e comportamentale rilanciato da Albert Rivera in tutte le sue partecipazioni televisive.

Albert Rivera, presidente di Ciudadanos

ALBERT RIVERA – La figura chiave del successo di Ciudadanos è il suo leader, Albert Rivera. Nato a Barcellona da una famiglia di commercianti, Rivera si è laureato in giurisprudenza e ha poi conseguito un dottorato in diritto costituzionale. Il professore con cui ha studiato, Francesc de Carreras, è uno dei promotori dell’appello contro gli accessi del nazionalismo catalano da cui è partita l’esperienza di Ciudadanos. Una similitudine di C’s con Podemos, partito anch’esso concepito in ambienti accademici. Albert Rivera ha un anno in meno di Pablo Iglesias, ma un’esperienza istituzionale ben più lunga. Rivera è infatti diventato deputato del Parlamento catalano nel 2006, dopo esser diventato presidente di Ciudadanos in modo piuttosto casuale. La lista che lo proposte alla guida del partito nel congresso fondativo era stata compilata seguendo l’ordine alfabetico dei nomi dei candidati. Dietro il nome di Rivera c’era Antonio Robles Almeida, un accademico dell’università di Barcellona, che fu eletto segretario generale di Ciudanos. Rivera guida C’s dal 2006, e nella prima campagna elettorale contestata dal partito si fece notare posando nudo per i manifesti per le regionali catalane del 2006. Quattro anni dopo, sempre in veste di candidato presidente della Catalogna per Ciudadonos, Albert Rivera era stato protagonista di un manifesto elettorale dove tutti i candidati erano nudi, e lui l’unico vestito. La celebrità nazionale del leader di C’s è piuttosto recente. Grazie a partecipazioni televisive assai apprezzate e frequenti e un’estrema cura dei social network il messaggio politico nazionalista e moderato di Ciudadanos è riuscito a travalicare i confini della Catalogna, come successo solo in parte alle ultime europee. Albert Rivera, a differenza di Pablo Iglesias, è particolarmente apprezzato dall’establishment, in particolare gli ambienti economici e finanziari preoccupati per il crollo del PP. L’attenzione mediatica ricevuta in questi mesi dal leader di Ciudadanos è stata favorita dalle sue notevoli abilità comunicative, ma anche dalla simpatia con cui la crescita di Albert Riveraviene vista per arginare la protesta radicale di Podemos. Albert Rivera è un centralista moderato, una posizione che gli era costata una minaccia di morte ricevuta all’inizio della sua attività politica da parte dei nazionalisti catalani. In passato diversi giornali avevano scritto come prima di Ciudadanos Rivera fosse stato iscritto alla giovanile del PP, una ricostruzione che però il leader di C’s ha sempre contestato.

Pedro Sanchez, rivale di Albert Rivera di Ciudadanos

ELEZIONI  IN ANDALUSIA  – Fino all’anno scorso Ciudadanos aveva presentato le sue liste alle elezioni amministrative quasi esclusivamente in Catalogna. Negli ultimi mesi la crescita di visibilità e di attenzione mediatica ha portato il partito di Albert Rivera ad attuare una strategia nazionale, che ha colto il suo primo vero successo nelle elezioni dell’Andalusia. Il risultato delle consultazioni per il parlamento della Comunità Autonoma sembra prefigurare ciò che i sondaggi rilevano in vista delle elezioni nazionali di fine anno. I socialisti ma sopratutto i popolari hanno perso una parte rilevante dei loro consensi, in favore di Podemos e Ciudadanos, le due nuove formazioni che stanno affiancando PSOE E PP come punti di riferimento del sistema politico iberico. Nella Comunità Autonoma più popolosa della Spagna i socialisti sono riusciti a ottenere un buon risultato, pur perdendo circa quattro punti percentuali rispetto alle elezioni di tre anni fa. Il 35% conseguito dalla lista trainata dalla presidente Susana Diaz rappresenta il peggior dato del PSOE nelle elezioni andaluse. Drastica è stata la flessione del PP del premier Mariano Rajoy, che ha perso circa quattordici punti. Un tonfo che palesa le grandi difficoltà del partito di governo, che non riesce a trarre vantaggi dalla discreta ripresa registrata dall’economia spagnola in questi ultimi trimestri. I maggiori beneficiari del crollo dei popolari e della flessione delle forze di governo in Andalusia – PSOE e Izquierda Unida, la sinistra radicale spagnola – sono stati Ciudadanos e Podemos. Il partito di Albert Rivera ha ottenuto un risultato non lontano dal 10%, nelle prime elezioni parlamentari di una Comunità Autonoma a cui ha partecipato al di fuori della Catalogna. Podemos ha ottenuto un brillante 15%, che ha mostrato come gli alti valori rilevati dai sondaggi nazionali riflettano una crescita consistente del movimento guidato da Pablo Iglesias. Le indagini demoscopiche in merito alle elezioni parlamentari dell’Andalusia erano state anche più favorevoli per Ciudadanos e Podemos, che però hanno confermato in questa tornata elettorale di essere realtà rilevanti in vista delle legislative di fine anno.

Risultati di Ciudadanos alle elezioni dell'Andalusia

ELEZIONI SPAGNOLE 2015 – Il 2015 è un vero e proprio superanno elettorale per la Spagna, e il sistema tendenzialmente bipartitico che ha retto la democrazia postfranchista sembra essere avviato verso una crisi irreversibile. Fino a poco tempo il campo conservatore e lo schieramento progressista erano egemonizzati da PP e PSOE, le forze che si sono alternate al governo dalla fine del regime di Franco fino a oggi, a parte l’iniziale transizione guidata dal centrista Adolfo Suárez e dal suo successore per pochi mesi Leopoldo Calvo-Sotelo . Dal 1982 fino al 2011 l’alternanza è sempre stata tra primi ministri – Felipe González, José María Aznar, José Luis Rodríguez Zapatero e ora Mariano Rajoy – leader di popolari e socialisti, che hanno guidato governi monopartitici quando il PP e il PSOE hanno ottenuto la maggioranza assoluta al Congresso dei Deputati, oppure alla testa di esecutivi di minoranza appoggiati all’esterno dai partiti autonomisti. Ciudadanos, come Podemos, ha messo in crisi uno schema che ha retto fino a quando la Spagna è stata una democrazia caratterizzata da crescita e benessere. La crisi ha travolto i due settori più forti dell’economia iberica, il sistema bancario e l’immobiliare, e la fuoriuscita dalla recessione non sembra aver beneficiato per il momento il governo di Mariano Rajoy. Nel 2014 il Pil è aumentato dell’1,4%, secondo il dato provvisorio fornito da Eurostat, dopo cinque anni di recessione. La disoccupazione è leggermente scesa, rimanendo molto alta – il 23,7%, mentre quella giovanile è ancora sopra il 50% – e l’insoddisfazione verso le classi dirigenti ritenuti responsabili di una situazione socialmente ancora difficile ha danneggiato tanto il partito al governo, il PP, quanto la principale forza di opposizione, il PSOE. I sondaggi rilevano un quadro tendenzialmente quadribipolare, abbastanza simile a quanto osservato alle politiche italiane del 2013.PP e PSOE sono in media rilevati poco sopra il 20%, con valori di consenso pari alla metà di quelli conseguiti dal 1982 al 2011. Podemos è al momento il primo partito, su valori pressochè simili agli altri due “storici”, mentre Ciudadanos è in forte ascesa per alcuni istituti, tanto da aver raggiunto il trio di testa. Al momento i valori relativi a C’s si differenziano molto tra un’indagine e l’altra, ma il voto andaluso sembra indicare un consolidamento nazionale per il partito di Albert Rivera. Il leader di Ciudadanos ha ammonito contro “la coalizione della decadenza” rappresentata dalla possibile intesa tra PP e PSOE, e insieme a Pablo Iglesias, anche lui nato come Alber Rivera dopo la fine del regime franchista, vuole rivoluzionare, dal centro invece che da sinistra, la democrazia più giovane d’Europa.

Fonte: giornalettismo.it

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