Sud America, donne al potere

Sud America, donne al potere

19/12/2013 – Bachelet in Cile. Rousseff in Brasile. Kirchner in Argentina. Nel Continente dominato dal machismo l’ascesa delle leader.

Macché machismo. Il vecchio stereotipo dell’America Latina dominata solo da uomini vacilla sotto il peso delle donne alla carica.
L’ultima è stata Michelle Bachelet, eletta il 15 dicembre per la seconda volta presidente del Cile, ma non solo.
La piccola rivoluzione femminile si estende dai Caraibi alla Patagonia e comprende al momento sei Stati (sui 32 totali tra i 20 dell’America centrale e i 12 del Sud America) in cui una donna ricopre una carica di primissimo piano.
LA TERRA (ROSA) DEI GENERALI. Si va dai più conosciuti casi di Dilma Rousseff e Cristina Kirchner, rispettivamente leader in Brasile e Argentina, fino a quelli meno noti di Laura Chinchilla Miranda (presidente del Costa Rica), Portia Simpson-Miller (premier della Giamaica) e Kamla Persad Bissessar (primo ministro di Trinidad e Tobago).
Queste donne stanno contribuendo a trasformare la terra dei generali, frutto della tradizione militarista spagnola, in un Continente dove ci sono sempre più leader femminili, anche in colossi come il Brasile che ha il settimo Prodotto interno lordo mondiale.
IN EUROPA POCHE DONNE AL POTERE. La concentrazione di capi di Stato o di governo in America Latina insidia quella dell’Europa, dove alle regine Elisabetta d’Inghilterra e Margherita in Danimarca si aggiungono la cancelliera tedesca Angela Merkel, la premier islandese Johanna Sigurdardottir, la premier slovena Alenka Bratušek e la presidente lituana Dalia Grybauskaité.
Ma nel Vecchio Continente ci sono ‘pecore nere’ come Italia e Spagna che non hanno mai avuto quote rosa al vertice della politica.
MALE ANCHE L’ASIA E L’AFRICA. Gli Stati Uniti aspettano ancora il primo presidente donna, mentre in Asia e in Africa ci sono singoli casi come Ellen Johnson Sirleaf (presidente della Liberia), la premier thailandese Yingluck Shinawatra, Sheikh Hasina Wajed in Bangladesh e Park Geun-hye presidente della Corea del Sud.

Bachelet, 62enne socialista, aveva già guidato il Cile dal 2006 al 2010. Prima presidente donna del suo Paese, è stata anche ministro della Sanità e ministro della Difesa nel precedente governo di Ricardo Lagos.
È figlia di Alberto Bachelet, un generale dell’Aeronautica amico di Salvador Allende, che gli affidò varie responsabilità di governo durante il suo mandato, prima del golpe del 1973.
FUGA IN AUSTRALIA E GERMANIA. Il padre morì per un infarto dopo le torture subite nella prigione di Santiago. Michelle, dopo essere stata arrestata e torturata insieme con la madre, si è auto-esiliata in Australia e nella Germania Est, prima di fare ritorno in patria dove si è laureata in Medicina.
Ha lavorato anche come consulente dell’Organizzazione della Sanità panamericana e dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
PARLA SEI LINGUE. Bachelet è madre separata di tre figli. Parla spagnolo, inglese, tedesco, portoghese, francese e anche un po’ di russo.
Nel 2006 è stata la terza donna americana (dopo Janet Jagan in Guyana e Violeta Chamorro in Nicaragua) a essere eletta democraticamente, mentre le altre (Maria Estela Martínez de Perón in Argentina, Lidia Gueiler Tejada in Bolivia, Rosalia Arteaga Serrano in Ecuador e Mireya Moscoso a Panama) erano salite al potere alla morte del marito.

Classe 1947, Rousseff è capo di Stato del Brasile dal 2011. È membro del Partito dei lavoratori e ha un passato da ex guerrigliera contro la dittatura militare brasiliana (1964-85). Ha trascorso quasi tre anni in prigione tra il 1970 e il 1972, dopo di che ha fondato con Carlos Araújo (suo compagno per più di 30 anni) il Partido democratico trabalhista (Pdt).
È stata segretaria statale per le Miniere e per l’Energia nei governi di Alceu Collares e di Olívio Dutra.
CARATTERE FORTE. Successivamente è stata nominata dal suo predecessore Luiz Inácio Lula da Silva ministro della Casa Civil, una sorta di ministro dell’Interno con funzioni di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Rousseff è una donna dal temperamento esplosivo.
INCERTA SU ABORTO E GAY. Si dichiara a favore della vita e sostiene l’aborto solo in caso di gravidanze che mettano a rischio la vita della madre o che siano il risultato di uno stupro. Si oppone ai matrimoni gay, ma appoggia le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Come vecchia militante del Pdt, è schierata contro le privatizzazioni e il neoliberismo.
Rousseff, diventata nonna nel 2010, ha più volte sostenuto di amare la storia, l’opera e la mitologia greca.

La 60enne Kirchner è presidente dell’Argentina dal 2007.
Confermata per un secondo mandato alle elezioni presidenziali del 2011, è leader del Fronte per la vittoria, partito peronista di sinistra.
Prima di essere eletta, Kirchner era già nota per il suo impegno nella difesa dei diritti umani (ha ricevuto la medaglia Ceres, importante riconoscimento conferitole dalla Fao per la lotta alla fame). Inoltre ha incassato l’appoggio di altre donne progressiste impegnate in politica, come quello di Bachelet, dell’ex segretario di Stato Usa Hillary Clinton, e dell’ex candidata alla elezioni presidenziali francesi Segolene Royal.
SCONTRO CON GLI AGRICOLTORI. Non mancano però gli aspetti negativi. Il suo governo è accusato dall’Ong Freedom House e dal sito Corruption All Stars di essere fortemente contaminato dalla corruzione.
Inoltre Kirchner è entrata in conflitto con il settore agricolo argentino, in seguito all’aumento del valore internazionale di tutti i prodotti agricoli e delle tasse sulle esportazioni dopo la crisi mondiale del 2009.
DATI SULL’INFLAZIONE MANIPOLATI. Nel 2013 l’Argentina è diventato il primo Paese a subire la penalizzazione del Fondo monetario internazionale per la manipolazione di statistiche ufficiali sull’inflazione da parte dell’istituto nazionale Indec negli anni precedenti.
Kirchner è infine una grande appassionati di vestiti (per molti in modo eccessivo), si trucca sempre e mette tacchi molto alti. Le spese per i suoi capi d’abbigliamento sono state molto criticate dai suoi detrattori.

UN-GENERAL ASSEMBLY-JAMAICA

Simpson-Miller (nata nel 1945), è stata due volte primo ministro della Giamaica, prima donna premier nel suo Paese, la terza in un Paese anglofono caraibico (dopo Eugenia Charles in Dominica e Janet Jagan in Guyana).
Guida il Partito popolare nazionale e ha cominciato il suo secondo mandato a inizio 2012.
TANTI INCARICHI ALLE SPALLE. Nel corso della sua carriera politica ha svolto diversi incarichi di governo come ministro della Difesa, dello Sviluppo, del Lavoro e dello Sport.
Simpson-Miller ha approvato la sostituzione della forma di governo attuale (monarchia parlamentare del Commonwealth) con quella di un capo di Stato eletto.
Crede infatti che la Giamaica, indipendente dal Regno Unito dal 1962, debba diventare una repubblica.
FAVOREVOLE AI DIRITTI LGBT. Durante la sua campagna elettorale, ha appoggiato misure a favore dei diritti civili per lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt).
Sposata con Errald Miller, ex amministratore delegato di Cable & Wireless Jamaica, è anche conosciuta come «Sista P» o «Mama P» ed è stata inserita dal magazine Time tra le persone più influenti del mondo nel 2012.

miranda-costarica

Miranda, 54 anni, è stata eletta presidente in Costa Rica nel 2010.
Esponente del Partito liberazione nazionale e socialdemocratica, è diventata la prima donna a ricoprire questa carica nel Paese.
In precedenza è stata vicepresidente e ministro della Giustizia durante la presidenza di Oscar Arias Sanchez (2006-10), incarichi poi abbandonati per correre alla presidenza.
Dal 1990 ha lavorato come consulente in America Latina e in Africa per diversi organismi internazionali in materia di riforma istituzionale, con particolare enfasi sulla riforma del sistema giudiziario e la riforma della pubblica sicurezza.
Nella sua carriera politica spiccano inoltre gli incarichi di viceministro e ministro della Pubblica sicurezza tra il 1994 e il 1998.

La 61enne di origini indiane Bissessar è invece diventata premier di Trinidad e Tobago nel 2010. Guida il Congresso Nazionale Unito e una coalizione di quattro partiti sotto il nome di Partenariato popolare.
Dopo aver studiato legge, pedagogia e business, è diventata procuratore generale nel 1995 e cinque anni più tardi ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Istruzione.
SCORTATA DAL MEDICO. Nel 2006, da leader dell’opposizione, ha lanciato la sua sfida al Movimento nazionale del popolo al governo e l’ha vinta nel 2010, diventando la prima donna a ricoprire l’incarico di primo ministro nel Paese.
Bissessar è sposata e ha un figlio. Nel 2011 ha contratto la febbre dengue, una malattia infettiva tropicale, e da quel momento deve svolgere i suoi compiti accompagnata da un medico.

Autore: Gabriele Perrone | Fonte: lettera43.it

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