Governo, cos’è la “fiducia tecnica” di cui si parla in queste ore

Governo, cos’è la “fiducia tecnica” di cui si parla in queste ore

Gli scenari che si prospettano per formare il governo sono diversi, uno di questi è la cosiddetta “fiducia tecnica”, di cui i media stanno parlando con particolare enfasi in queste ultime ore.

In sostanza è un accordo tra forze politiche che si uniscono per un periodo limitato e per conseguire uno scopo comune, in questo caso la legge di bilancio, e per permettere al paese di ritornare alle urne in autunno, con ogni probabilità già a ottobre. Per esempio ottenendo l’astensione dei partiti contrari al govenro durante il voto di fiducia, al posto di un voto contro.

Un passaggio lieve a cospetto del Parlamento che, come da procedura, deve esprimere il voto di fiducia a ogni governo nascente e che oggi, anche se il neo-premier Carlo Cottarelli riuscisse a formare un esecutivo, probabilmente non otterrebbe.

Con la fiducia tecnica, al contrario, gli schieramenti parlamentari danno tempo al governo di svolgere il proprio breve mandato.

La fiducia e i suoi tecnicismi
La fiducia parlamentare, disciplinata dall’articolo 94 della Costituzione,  l’atto con cui le camere, mediante votazione, approvano il neo-costituito governo entro dieci giorni dalla sua formazione.

Non basta che il governo incassi la fiducia parlamentare soltanto a inizio mandato, deve fare sì che sia stabile durante tutta la legislatura. Gli strumenti per revocarla sono due, la mozione di sfiducia che va firmata da almeno un decimo dei membri di una camera e la questione di sfiducia, uno strumento attuato dal governo stesso il quale, nel dubbio di avere ancora o meno l’appoggio delle Camere, dichiara che l’approvazione di un provvedimento è condizione essenziale per la sopravvivenza del governo stesso.

Il parlamento accetta il provvedimento o induce l’esecutivo alle dimissioni, aprendo così una crisi di governo.

Il principio di astensione è invece inteso a mantenere la neutralità e non significa votare a sfavore. Il precedente è quello del Governo Andreotti III, nel 1976, soprannominato “il governo della non sfiducia” proprio perché diventato operativo grazie alle astensioni di Camera e Senato. Alla Camera ha ottenuto 258 voti favorevoli, 44 contrari e 303 astenuti mentre al Senato le astensioni sono state 69, i voti favorevoli 136 e i contrari 17.

L’importanza della legge di Bilancio
Con la legge di Bilancio il governo, così come da articolo 81 della Costituzione, comunica alla Camera e al Senato le entrate e le uscite finanziare per l’anno a seguire. Un preventivo prezioso che garantisce anche la disponibilità di cassa. In assenza di questo documento per la tesoreria e la ragioneria dello Stato diventa proibitivo lavorare. Motivo per il quale gli esecutivi si chinano su questa legge prima di sciogliersi.

Fonte: wired.it | Autore: Giuditta Mosca

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