Brand awareness e pubblicità socializzata

Brand awareness e pubblicità socializzata

Il tempo che dedichiamo ai social network è secondo solo a quello che passiamo davanti alla tv. Per le aziende, dunque, farsi conoscere su Facebook & co. è una ghiotta occasione. Con ironia, strizzate d’occhio al pubblico e prese di posizione sui temi del giorno, ecco come sta cambiando la comunicazione pubblicitaria.

Non mancano casi in cui la commistione è ancora più profonda: il linguaggio dei social inizia ad essere sperimentato anche in tv. I creativi che hanno realizzato la nuova campagna del Buondì Motta lo hanno fatto deliberatamente. Negli spot, ideati da Nico Marchesi e Riccardo Catagnano di Saatchi & Saatchi, la classica famiglia perfetta delle pubblicità viene decimata da un asteroide. «Abbiamo provato a portare in tv quel tipo di ironia dissacrante che funziona bene sul web», spiega Alessandro Orlandi, direttore creativo della campagna. E perché? «Vogliamo svecchiare il brand Motta usando un linguaggio più contemporaneo. Sapevamo che questa scelta non sarebbe piaciuta ai tradizionalisti, ma va bene così: il pubblico a cui puntiamo è quello che ha in antipatia lo stereotipo della famigliola felice». Con il suo stile iconoclasta, l’asteroide del Buondì strizza l’occhio alle community social che nella parodia hanno trovato la loro ragion d’essere. Così facendo, lo spot è riuscito a diventare un meme, cioè un tormentone da rivisitare, prendere in giro, riprodurre a scopo ironico. «Per esempio», ricorda Orlandi, «durante Spagna-Italia molti su Twitter hanno commentato la partita invocando l’asteroide. Per noi è un segnale di successo». «Essere ripresi ironicamente dagli utenti era lo scopo del gioco», chiarisce Marco Fornaro di MSL, responsabile della campagna social di Motta. E se insieme alle prese in giro bonarie arriva anche qualche critica, pazienza: sulla sua pagina Facebook Buondì risponde a tutti, anche a chi si dice offeso.

Fonte: corriere.it | Autore: Chiara S

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