Il drammatico show per reclutare terroristi

Il drammatico show per reclutare terroristi

I rapporti della Joint Situation Center e della Eda (Agenzia Europea per la Difesa) lo confermano da tempo attraverso i loro massimi rappresentanti. Dai fatti di Charlie Hebdo abbiamo assistito a un fermento social che ha innescato un’azione preoccupante che ha indotto le agenzie governative a un’analisi più meticolosa proprio sulle piattaforme social.

Il 26 ottobre scorso in occasione del Festival della Diplomazia, alla Camera dei Deputati, Andrea Manciulli – Presidente Delegazione Italiana presso Assemblea Parlamentare Nato – affermava che uno dei migliori metodi di reclutamento dei foreign fighter è quello sviluppato on line, non solo nella dark web o nella deep web ma anche in superficie.

I numeri estrapolati attraverso i data analytics ci prospettano un’attività di reclutamento indirizzata alle fasce di età più presenti in rete, giovani al di sotto dei 35 anni. Anche reportage come quello delle Iene nei Balcani hanno avvalorato le tesi. I fatti di cronaca di matrice terroristica vedono appunto coinvolti ragazzi che avevano profili virtuali o che avevano conosciuto le ragioni integraliste attraverso la navigazione in rete.

Analogie negli algoritmi anche dopo la strage del Bataclan che hanno trovato conferma nelle parole di Alessandro Minuto Rizzo, Presidente Nato Defense College Foundation. Succede inoltre che l’altra faccia della net riserva una viralità pronta a creare allarmismo e deformare la verità della notizia coinvolgendo emotivamente gli utenti che intervengono sulla “piazza social”.

I numeri in questo caso vengono elaborati dal Joint Research Center dell’European Commission che monitora l’attività social a seguito di crisi. Dunque quello che un tempo si associava alla cattiva pubblicità dei media tradizionali oggi lo si riscopre nei new media, ma questa volta c’è una maggiore recrudescenza e una prospettiva finale molto più drammatica e trasversale.

Anche alla base della materia pedagogica si trova riscontro scientifico quando parliamo di emulazione e coinvolgimento emotivo e come ben abbiamo evinto la rete è fitta di falsi miti e di soggetti pronti a enfatizzarli. Le ultimissime vicende legate all’Ambasciatore russo e a Berlino hanno riacceso i riflettori sulle “stragi on real time” realizzando così uno degli scopi sempre desiderati dal Daesh: rendere pubblica e condivisibile la tragedia e a questo punto potremmo anche dire “accattivante”.

Sono quindi diverse le ragioni per abbracciare le tesi dell’intelligence europeo, soprattutto in questo particolare momento geopolitico, anche a fronte dei pensieri di libertà raggiunti nella comunicazione e attraverso la rete, almeno in questa emergenza che vede sempre più coinvolta l’Europa, la sicurezza dei suoi cittadini e proprio quei principi su cui è fondata.

Fonte: huffingtonpost.it | Autore: Michele Zizza

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