Brexit: perché i partiti populisti vincono sui social media?

Brexit: perché i partiti populisti vincono sui social media?

Il referendum in Gran Bretagna si avvicina e secondo i risultati del Brexitometer, le conversazioni su facebook e twitter sono dominate dai militanti che vogliono uscire dall’Ue.

Tra meno di un mese, il 23 giugno, i cittadini britannici si recheranno alle urne per rispondere alla domanda: il Regno Unito deve restare all’interno dell’Unione europea? Un referendum storico che ha diviso il paese in due: da una parte i nazionalisti sovranisti di Nigel Farage, dall’altra gli europeisti del premier conservatore David Cameron e del neo sindaco di Londra, il labour Sadiq Khan.

“Vote Leave”, la campagna ufficiale che difende l’uscita dall’Unione europea, può contare su una comunità molto attiva su facebook e twitter sorpassando i pro-Ue “Stronger”: 476.000 contro 466.000 reazioni (like/retweet, condivisioni e commenti…). Inoltre, il movimento degli anti-Ue sui social ha dimostrato una capacità di condivisione 2,5 volte superiore ai propri avversari politici e può contare su una comunità estremamente agguerrita.

Nigel Farage: il monopolio delle conversazioni sulle reti sociali.

Nelle ultime settimane, la classifica degli account più influenti rimane la stessa: Nigel Farage, eurodeputato e presidente di Ukip, il partito euro scettico e anti-immigrazione, si afferma nuovamente come il personaggio politico di riferimento generando con 59 post 131.698 reazioni. David Cameron arriva al secondo posto nonostante la sua posizione di premier. Al contrario, concentra su di sé gli attacchi e i tentativi di destabilizzazione degli euro-scettici. Al terzo posto rimane stabile anche il conservatore Boris Johnson (40.242 reazioni), che beneficia ancora dell’attenzione mediatica come sindaco uscente di Londra.

L’arrivo di Sadiq Khan

L’entrata in scena, molto attesa, di questa settimana rimane quella del nuovo sindaco di Londra, Sadiq Khan, avversario politico del premier David Cameron, ma con il quale condivide una visione europeista per il Regno Unito. Dopo aver evitato il tema Brexit durante tutta la campagna per diventare sindaco, Sadiq Khan ha twittato il 23 maggio una foto della bandiera inglese ed europea issate davanti al comune di Londra. Così facendo è arrivato nella top 10 passando direttamente in 7° posizione con più di 10.000 reazioni.

Economia, immigrazione e sicurezza

Nel corso della settimana scorsa, il numero di tweets relativi al Brexit è cresciuto del 20%. Un andamento che ha raggiunto il suo picco il 23 maggio, quando il ministro delle Finanze George Osborne, ha dichiarato che l’uscita dall’Ue avrebbe portato il paese alla recessione, generando un ampio ed animato dibattito sulle reti sociali.

Più immigrazione, meno economia

Questa settimana l’economia è al centro del dibattito (11 parole chiavi su 20). Le forze euro-scettiche dovranno spostare l’asse delle conversazioni sull’immigrazione per guadagnare terreno seguendo la stretagia della settimana scorsa, e per raccogliere il maggior numero di elettori il 23 giugno.

Nonostante la pressione e la capacità d’imporsi sui social, le forze euro-scettiche sarebbero a 5 punti di distanza rispetto ai pro-Ue, dimostrando un gap tra reti sociali e consenso politico reale. Nel dibattito su #Brexit, le reti sociali si sono dimostrate il mezzo ideale per i partiti populisti che riescono a imporsi grazie ad una retorica nazionalistica costruita su un registro emotivo, utilizzando dei messaggi semplici e facilmente condivisibili. Viene da pensare allora che i social media si prestino effettivamente a dei messaggi troppo superficiali anche quando in gioco c’è il futuro di un paese intero.

Fonte: huffingtonpost.it

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