L’Italia ha il suo Foia per la trasparenza degli atti

L’Italia ha il suo Foia per la trasparenza degli atti

Anche l’Italia ha il suo Foia, il Freedom of information act che consente al cittadino di accedere ai dati e alle informazioni della pa, in ottica di conoscenza e trasparenza. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato, nella seduta pomeridiana del 16 maggio, il decreto legislativo sulla revisione e la semplificazione su prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, parte della più generale riforma Madia sulla pa.

Viene quindi introdotta anche in Italia quella forma di accesso civico ai dati e documenti pubblici nota come Freedom of Information Act (Foia): un percorso lungo a cui si approda dopo alcune correzioni a un decreto che inizialmente aveva suscitato dubbi e perplessità. Successivamente, lo scorso aprile, la commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati aveva accolto favorevolmente il parere della deputata Pd Anna Ascani, già relatrice del testo alla Camera, che mirava a sanare alcune debolezze del testo evidenziate nei mesi scorsi.

Come indicato dal governo dopo il Consiglio dei ministri, il rilascio di dati e documenti è gratuito, l’accoglimento o il rifiuto della richiesta di accesso devono essere motiviati dalla Pa chiamata in causa, si possono chiedere dati e documenti senza doverli identificare con estrema precisione.

L’accesso però può essere negato in casi in cui la tutela di uninteresse pubblico o privato è messa a rischio. Bisogna appunto capire in quali casi le pubbliche amministrazioni potranno opporre il consenso all’accesso ai dati : le eccezioni ci potranno essere, ma vanno circoscritte. Il cittadino in ogni caso potrà ricorrere contro il diniego che, scrive Repubblica, “avrà un’altra via, aggiuntiva al Tar”.

Fonte: wired.it

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