Profughi, John Kerry: “I cambiamenti climatici sposteranno milioni di persone dalle zone più desertiche

Profughi, John Kerry: “I cambiamenti climatici sposteranno milioni di persone dalle zone più desertiche

“Voi pensate che le migrazioni oggi sono una sfida per l’Europa a causa dell’estremismo, ma aspettate di vedere cosa accade quando mancherà l’acqua, il cibo, o una popolazione lotterà contro un’altra per la mera sopravvivenza”.E’ uno scenario da incubo quello dipinto dal segretario di Stato americano John Kerry durante una conferenza in Alaska.

Kerry mette in guardia contro gli effetti del cambiamento climatico sul fenomeno migratorio. Non è il primo a sostenere che il global warming potrà costringere milioni di persone a spostarsi verso le zone meno colpite dal disastro ambientale, e una di queste è certamente l’Europa.

Eppure questa non è semplicemente una profezia. E’ già realtà. Lo studioso Richard Seager della Columbia di New York, citato dal quotidiano britannico The Independent, spiega che dietro la fuga dei siriani che tanto preoccupa il nostro continente non c’è soltanto la guerra civile che ormai ha distrutto la Siria:

“La Siria è stata destabilizzata da un milione e mezzo di persone che sono scappate dalle zone rurali a causa di una siccità durata tre anni, resa ancora più intensa dal cambiamento climatico a opera dell’uomo, una condizione che sta rendendo l’intero Medio Oriente e le regioni mediterranee ancora più aridi. La Siria non è l’unico Paese a soffrire per la mancanza di acqua. Il Libano, la Giordania, Israele, l’Iraq e l’Iran lo sono allo stesso modo. Per quanto importanti siano i vari conflitti sociali, religiosi o etnici, nei prossimi anni e decenni questa regione sarà sottoposta anche alla difficoltà di reperire risorse idriche”.

Questo spiega anche il dramma di altre popolazioni che in questi anni, attraverso lunghi e pericolosi viaggi, stanno raggiungendo le coste dell’Europa meridionale – Italia in primis – come gli abitanti del Sudan e della Somalia. I barconi che arrivano in Sicilia sono colmi di persone che arrivano da zone in guerra che, al contempo, soffrono la desertificazione.

“Nell’Africa subshariana sarà probabile assistere a una crescente mancanza di acqua, una maggiore scarsità dei raccolti e dunque un rialzo dei prezzi del cibo, elementi che si aggiungono alle difficoltà politiche e alla crescita della popolazione”, sottolinea Richard Black, direttore del think tank Energy and Climate Intelligence.

I richiedenti asilo “climatici” sono già una realtà: dal 2008 sono 61 le crisi climatiche – specialmente dovute alle inondazioni – che hanno spinto 27 milioni di persone in tutto il mondo a cercare riparo lontano da casa. Secondo la proiezione degli esperti, se nel 2014 sono arrivati 350mila richiedenti asilo e migranti, questo numero potrebbe salire a 200 milioni quando il cambiamento climatico avrà reso impossibile una vita degna nelle zone più colpite.

Fonte: huffingtonpost.it

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