Corea del Nord, tecniche di manipolazione mentale dal barbiere

Corea del Nord, tecniche di manipolazione mentale dal barbiere

Dal regime di Pyongyang è arrivata in questi giorni la notizia di una nuova stravaganza, sempre da prendere con la dovuta riserva visto che a causa del blocco delle informazioni inNord Corea è spesso difficile verificare l’attendibilità delle notizie.

Pare comunque che il leader nordcoreano Kim Jong-Un abbia imposto a tutti i maschi del paese di portare un unico taglio di capelli: il suo. Il taglio inconfondibile coi capelli rasati ai lati e alla nuca e il ciuffo in alto. Questa sarebbe un’ulteriore restituzione alle acconciature permesse al popolo nordcoreano, visto che già da tempo agli uomini era consentito di scegliere solo fra 10 diversi tagli di capelli e alle donne fra 18.

Viene da chiedersi che utilità abbia per un dittatore imporre un unico taglio di capelli alla nazione. Questo della Corea del Nord non è il primo caso nella storia. Imporre una precisa acconciatura rientra in alcune delle più potenti tecniche di manipolazione mentale. Regimi e sette utilizzano sempre le stesse tecniche per plagiare e tenere in pugno i propri seguaci. Nell’imposizione di un taglio di capelli ritroviamo le seguenti.

Nuova identità. È fondamentale che l’adepto/suddito rompa completamente col proprio passato, fatto di vecchie convinzioni e valori (come la pace, la libertà e la democrazia) non in armonia col regime. Per spingerlo a far questo imporre un taglio di capelli è molto efficace in quanto, ancora più dell’abbigliamento (spesso comunque regolato dal regime),l’acconciatura esprime la propria personalità.

Basta pensare agli hippy e a tutta la cultura del pacifismo, dell’amore libero e della parità dei diritti i cui rappresentanti portavano come sappiamo lunghi capelli. Oppure agli skinhead o ai rasta il cui nome deriva proprio dallo stile dei capelli, o ai punk con lunghe creste colorate. La storia è piena di esempi di identificazione attraverso l’acconciatura. Per i barbari ad esempio varie lunghezze dei capelli denotavano il rango militare o la classe sociale. Per loro, così come per certi popoli mediorientali odierni, subire un taglio dei capelli forzato era una grandissima umiliazione.

Il profondo legame psicologico coi nostri capelli è evidente nei cambiamenti drastici della nostra acconciatura o del colore. Spesso sono legati ad altrettanto drastici cambiamenti nella nostra vita, come la fine di una relazione, di un dolore interiore o la voglia di indipendenza. Imporre un taglio significa quindi imporre una nuova identità e con essa una nuova personalità e un taglio netto col passato.

La nuova identità è facilmente riconoscibile. Il fatto che il nuovo taglio di capelli sia uguale per tutti i sudditi di Kim Jong-Un serve a conformarli ed etichettarli come tali.

Questo fa leva su un’altra tecnica di manipolazione mentale: l’etichettatura, che sfrutta il nostro principio naturale di coerenza.

Portare quel taglio di capelli, imposto, uguale per tutti e caratteristico, equivale a portare un distintivo. Come una divisa militare o la maglia di una squadra di calcio. Indossandola stiamo comunicando (non verbalmente) a tutti di far parte di un gruppo o di una categoria. In questo modo i sudditi della dittatura nordcoreana si fanno identificare come tali anche dal caratteristico taglio di capelli.

L’impulso a sembrare o ad essere coerenti è innato in tutti noi perché la società ci ha insegnato nei secoli che l’incoerenza è uno dei comportamenti più riprovevoli dell’uomo e causa disonore e isolamento. Di conseguenza anche i sudditi di Kim si comporteranno naturalmente in modo coerente col proprio taglio di capelli e l’etichetta che esso rappresenta. Saranno dunque obbedienti alla dittatura, difendendola da eventuali attacchi e promuovendola con fanatismo.

Abbiamo visto perché imporre un nuovo taglio è un condizionamento mentale e perché deve essere uguale per tutti. Ma perché proprio come quello del leader?

Modellamento del leader. Il miglior seguace è colui che imita il proprio leader. Le dittature e le sette per sopravvivere alla propria crescita numerica devono necessariamente produrre dei piccoli dittatori fra il popolo. Una sorta di capo area volontari. Questi fanatici svolgeranno le veci del despota nei loro ambienti: in famiglia, con gli amici, al lavoro, a scuola.

Controlleranno spontaneamente che tutti quelli della loro cerchia rispettino i precetti esoffocheranno eventuali sentimenti di insofferenza e ribellione. Per le persone a loro vicine sarà come essere sempre sotto l’occhio del dittatore.

Per creare questi piccoli mostri si impone il modellamento, l’imitazione, del leader.Come abbiamo visto i capelli sono uno degli elementi più legati alla personalità di un uomo. Avere i capelli come il dittatore aiuta dunque ad assumerne anche la personalità.

Conoscere queste tecniche è importante perché solo riconoscendole, se venissero usate contro di noi, potremmo difendercene.

Autore: Marco Venturini | Fonte: huffingtonpost.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *